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letzte Änderung 24.02.2007
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I MIEI DUE GIOCATORI PREFERITI DA QUANTO SONO PICCOLA!

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Carriera

Club
Ha dedicato tutta la carriera alla squadra che l'ha visto crescere e maturare come uomo e come professionista, l'A.C. Milan, nel quale ha ricoperto principalmente il ruolo di terzino sinistro o di difensore centrale e nella quale milita dal suo provino datato 1978. Quest'anno è stato utilizzato anche da terzino destro, a dimostrazione della grande duttilità e utilità di questo campione.
Ha finora collezionato 597 partite di Serie A, record assoluto, con 28 goal realizzati. Nella stagione 2005/2006 ha segnato anche una doppietta contro la Reggina in campionato; la prima nella sua lunghissima carriera. Inoltre detiene altri due record: primato assoluto di stagioni in serie A con la stessa squadra, con 22 campionati consecutivi; marcatore più veloce in una finale di Champions League (52" contro il Liverpool nel 2005).

Ha debuttato in Serie A da Nils Liedholm il 20 gennaio 1985, ancora sedicenne, in un match contro l'Udinese (terminato 1-1, subentrando a Sergio Battistini).


Nazionale
Si è ritirato dall'attività con la Nazionale dopo i campionati mondiali del 2002. Con la maglia azzurra ha disputato 126 partite (record assoluto), di cui 74 come capitano, realizzando 7 goal. Detiene inoltre il record anche per il numero di gare con la fascia da capitano

Club
4 Coppe dei Campioni (1989, 1990, 1994, 2003, finalista nel (1993, 1995, 2005)
2 Intercontinentali (1989, 1990)
4 Supercoppe Europee(1989, 1990, 1994, 2003)
7 scudetti (1988, 1992, 1993, 1994, 1996, 1999, 2004)
1 coppa Italia (2003, finalista nel 1990 e 1998)
5 Supercoppe Italiane (1989, 1992, 1993, 1994, 2004)

Nazionale
Finalista - Campionato Mondiale 1994
Finalista - Campionato Europeo 2000
Record di presenze (126)

Individuale
1 Oscar del calcio - Migliore difensore: 2004

Statistiche
Stagione Squadra Serie Presenze Reti
1983-84 Milan A 0 0
1984-85 Milan A 1 0
1985-86 Milan A 27 0
1986-87 Milan A 29 1
1987-88 Milan A 26 2
1988-89 Milan A 26 0
1989-90 Milan A 30 1
1990-91 Milan A 26 4
1991-92 Milan A 31 3
1992-93 Milan A 31 2
1993-94 Milan A 30 1
1994-95 Milan A 29 2
1995-96 Milan A 30 3
1996-97 Milan A 26 1
1997-98 Milan A 30 0
1998-99 Milan A 31 1
1999-00 Milan A 27 1
2000-01 Milan A 31 1
2001-02 Milan A 15 0
2002-03 Milan A 29 2
2003-04 Milan A 30 0
2004-05 Milan A 33 0
2005-06 Milan A 14 2
2006-07 Milan A 13 1




Curiosità
Figlio d'arte, nato da Cesare Maldini, già calciatore del Milan e poi ct delle nazionali under 21 e professionistica, il quale ha anche allenato il figlio, Paolo Maldini è sposato con la modella venezuelana Adriana Fossa, con la quale ha due figli: Christian, che nel settembre 2005 è stato tesserato per le giovanili del Milan, e Daniel.

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Carriera
Gli inizi
Dopo aver iniziato nella squadra del suo paese, Roberto Baggio all'età di 15 anni si trasferisce al Vicenza, in Serie C1. Con la squadra veneta dimostra di essere già un fuoriclasse, mettendo a segno con la primavera 46 gol in 48 partite. L'ottimo risultato gli permetterà di debuttare in prima squadra nel 1983. Nella stagione 1984-1985 mette a segno 12 reti in 29 partite, consentendo alla sua squadra la risalita in serie B. In una delle ultime partite di campionato, contro il Rimini allenato da Arrigo Sacchi, subisce un grave infortunio al ginocchio destro, che lo costringe a un lunghissimo periodo di assenza dai campi di gioco.

La Fiorentina, che lo aveva già ingaggiato, avrebbe potuto recedere dal contratto, ma Piercesare Baretti decide di credere nel suo recupero. Dopo due anni di calvario, esordisce in serie A il 21 settembre 1986, e il suo primo gol nella massima divisione arriva il 10 maggio 1987, contro il Napoli di Maradona.

La stagione successiva si presenta a San Siro facendo "saltare il banco" (seconda giornata: Milan-Fiorentina 0-2), l'Italia scopre così il grande talento del ventenne Baggio.

Negli anni seguenti è protagonista di primo piano nel panorama calcistico italiano: i suoi numeri, la sua classe e i tanti gol incantano, la Fiorentina naviga nelle zone medio-alte della classifica e raggiunge una finale di coppa Uefa nel 1990, persa poi contro la Juventus. Alla fine dell'anno Baggio riceve il "Trofeo Bravo", premio dedicato al miglior giovane del campionato, unico ma importante riconoscimento personale vinto con la Fiorentina.

Il 16 novembre 1988 è convocato per la prima volta in Nazionale, in occasione del match contro l'Olanda. In azzurro segnerà complessivamente 27 gol in 56 partite.

Rimane nel team viola fino al 1990, quando viene acquistato dalla Juventus per 15 miliardi di lire, tra le vibranti proteste della tifoseria viola, consapevole di perdere un giocatore ormai considerato da tutti un fuoriclasse.


Il primo mondiale
Baggio, nello stesso anno, viene convocato dall'allora commissario tecnico della nazionale Azeglio Vicini per i Mondiali di calcio di Italia '90 (giocherà con il numero 15). Sono le notti magiche nel segno di Totò Schillaci, ma Baggio, partito dalla panchina, non delude e, chiamato in causa, risponde sempre. Mette a segno un gol memorabile durante la sfida con la Cecoslovacchia, partendo da metà campo e dribblando mezza squadra avversaria, e un secondo gol nella finale per il terzo posto contro l'Inghilterra, dopo aver brillantemente rubato la palla al portiere inglese Peter Shilton. Da segnalare, nella medesima partita, la sua scelta di far tirare il calcio di rigore a Schillaci, in modo da permettergli di vincere la classifica dei marcatori del torneo (cosa che Schillaci fa, con 6 reti).


Gli anni alla Juventus
Terminati i mondiali, Baggio inizia la sua avventura con la Juventus, che durerà cinque anni (78 le reti segnate). Sono gli anni della consacrazione internazionale del Codino, che vincerà coi colori bianconeri uno scudetto, una Coppa Italia e una Coppa Uefa.

Verrà premiato nel 1993 con il Pallone d'Oro e con il Premio "FIFA World Player".

Durante la sua militanza juventina, non entrerà però mai nel cuore dei dirigenti bianconeri e nemmeno del tutto in quello dei tifosi. Celebri gli episodi in cui si toglie la sciarpa bianconera (alla sua presentazione alla stampa), e quando durante un Fiorentina-Juventus 1-0 dell'aprile 1991 non vuol tirare un rigore (poi battuto e sbagliato da De Agostini), andando poi a salutare i suoi ex tifosi con una sciarpa viola, in un'atmosfera surreale di applausi e fischi. Su questo controverso rapporto ha inciso anche il fatto che gli anni di Baggio alla Juventus sono stati anni avari di successi per la "vecchia signora": nonostante Baggio e altri campioni in rosa, in quel periodo imperversa il Milan di Capello. Baggio si toglie in Europa le soddisfazioni che non riesce a togliersi in campionato: nel 1992-93 la Juve vince la Coppa UEFA, grazie anche ai suoi gol, battendo in semifinale il Paris Saint Germain e in finale i tedeschi del Borussia Dortmund, sconfitti all'andata in Germania per 3-1 e a Torino per 3-0. Tra semifinali e finale Baggio segna 5 gol.

Nella stagione successiva la Juve insegue ancora il successo in Europa, visto il solito dominio del Milan in campionato, ma viene eliminata ai quarti della Coppa UEFA dal Cagliari e chiude seconda in Campionato, nella stagione che precede i Mondiali americani.


Il mondiale americano
Per Roberto e la Juventus, la stagione 1993-1994, non è stata particolarmente esaltante: la Juventus giunge seconda in campionato, senza aver mai realmente lottato con il Milan, ed è eliminata ai quarti di finale della coppa UEFA dal sorprendente Cagliari di Bruno Giorgi. Baggio fa molta panchina a causa degli infortuni, ma il CT italiano Arrigo Sacchi (ex allenatore del Milan pigliatutto a cavallo tra gli anni '80-'90) continua a convocarlo in Nazionale, considerandolo "un patrimonio del calcio italiano" e facendo di tutto per recuperarlo fisicamente e psicologicamente.

Gli incontri di preparazione ai Mondiali non vanno nel migliore dei modi: sconfitta 1-0 a Napoli con la Francia, e sconfitta 2-1 in Germania. Inoltre, Arrigo Sacchi non sembra aver preso una decisione definitiva né su un preciso modulo di gioco né su una formazione-tipo. Solo Roberto Baggio e alcuni giocatori del Milan (Baresi, Maldini, Costacurta, Donadoni) sembrano titolari inamovibili (celebri le incomprensioni fra Sacchi e il bomber laziale Giuseppe Signori).

Italia-Irlanda:

L'Italia affronta la prima partita con lo schema tattico 4-4-2, nonostante durante tutti gli incontri preparatori Sacchi l'avesse schierata con il 4-3-3. Roberto Baggio non gioca bene e l'Italia disputa la peggior partita del Mondiale. L'Irlanda si impone 1-0, con gol di Houghton, che all'11° del primo tempo beffa Pagliuca con un pallonetto. Oltre alla mancanza di gioco, anche la prestazione di Roberto Baggio preoccupa i tifosi.

Italia-Norvegia:

Nel secondo incontro l'Italia non può più sbagliare, deve battere la Norvegia se vuole sperare di qualificarsi agli ottavi. Questa volta, tutto sembra andare per il meglio: L'Italia incomincia la partita con il piglio giusto e Baggio sembra ispirato.

Tuttavia, in occasione della prima azione norvegese, Pagliuca viene espulso dopo avere toccato il pallone con le mani uscendo oltre l'area di rigore per fermare un avversario lanciato a rete. L'Italia si ritrova in 10, ed un giocatore deve uscire per far posto al secondo portiere Luca Marchegiani. Sacchi, fra lo stupore generale, decide di far uscire proprio Roberto Baggio. Famose le immagini televisive nelle quali si vedono i gesti e l'espressione di Roberto, e soprattutto il suo labiale ("Ma questo è pazzo!"). L'episodio segna l'origine del travagliato rapporto tra Sacchi e Baggio.

L'Italia in ogni modo, al termine di un incontro molto tirato, riesce a vincere per 1-0, con un gol di testa di Dino Baggio. Purtroppo durante la partita Franco Baresi si infortuna seriamente al menisco, e il suo Mondiale sembra essere già terminato.

Italia-Messico:

In occasione del terzo incontro, Italia e Messico pareggiano 1-1 (gol di Massaro per l'Italia e Bernal per il Messico), e Roberto Baggio sembra l'ombra di sé stesso (Gianni Agnelli in un'intervista dice che assomiglia a un "coniglio bagnato"). L'Italia si qualifica agli ottavi solo grazie al ripescaggio come una delle migliori terze classificate nei gironi. Agli ottavi ci si aspetta di affrontare l'Argentina di Batistuta e di Maradona, ma gli argentini (privati di Maradona, sospeso per doping) perdono contro la Bulgaria. È così la Nigeria a classificarsi prima del suo gruppo e ad affrontare l'Italia.

Italia-Nigeria:

A Boston, tutto sembra avviarsi verso un tragico finale: i Nigeriani, campioni d'Africa, aprono le marcature al 26' con un gol di Amunike, dopo una carambola in area. Questa volta per l'Italia non ci sarà una seconda possibilità, occorre vincere o si "tornerà a casa".

L'Italia gioca una prima frazione accettabile, nei limiti consentiti dalle assurde condizioni climatiche (per esigenze televisive le partite si disputano nel primo pomeriggio di una torrida estate americana). La Nigeria si limita a controllare, e verso la metà del secondo tempo l'Italia sembra spegnersi. Inoltre l'arbitro messicano Brizio Carter espelle Gianfranco Zola (entrato da appena da 10 minuti) per un fallo che il giocatore italiano non ha in realtà commesso.

All'88°, quando tutto sembra ormai perduto, Roberto Baggio - emulando Paolo Rossi in occasione del Mondiale dell'82 - decide di prendere in mano le sorti della partita. Roberto Mussi, dopo aver vinto un contrasto sulla destra, vede Baggio al limite dell'area, gli passa il pallone, e Roby lascia partire un tiro rasoterra e angolato, che entra alla destra di Rufai passando fra una selva di gambe: un colpo da biliardo. Nessuno ci credeva più, ma l'Italia ha pareggiato.

Poco dopo, Benarrivo subisce un fallo in area e l'arbitro fischia il calcio di rigore. Roberto Baggio spiazza il portiere e segna con l'aiuto del palo. L'Italia vince 2-1. Il giorno dopo, la Gazzetta dello Sport intitola: "ITALIA: BAGGIOOOOOOOOOOO!!! in 10 contro 11, l'Italia batte l'arbitro... e la Nigeria".

Italia-Spagna:

Nei quarti di finale l'Italia supera la Spagna per 2 a 1 (gol di Dino Baggio e di Roberto Baggio). Roberto Baggio segna quasi allo scadere un gol straordinario: Nicola Berti passa a Beppe Signori il quale lancia subito per Roby, che involatosi verso l'area spagnola aggira l'uscita di Zubizarreta e tira in porta da posizione impossibile beffando il ritorno disperato di un difensore spagnolo. Purtroppo la partita vede anche la squalifica di Mauro Tassotti, reo di un brutta gomitata ai danni dello spagnolo Luis Enrique.

Italia-Bulgaria:

In semifinale, l'Italia batte la Bulgaria di Hristo Stoichkov ancora per 2 a 1 (doppietta di un Roberto Baggio ormai scatenato).

Il primo gol è un altro numero d'alta scuola del fantasista azzurro: ricevuta la palla da una rimessa laterale, si accentra dal vertice sinistro dell'area di rigore e dopo aver saltato un avversario beffa il portiere con un tiro a giro che si infila vicino al secondo palo. Il secondo gol arriva grazie a un preciso diagonale su lancio millimetrico di Albertini, che entra a fil di palo alla destra del portiere bulgaro. Lo stesso Albertini colpisce un palo nel primo tempo, nella partita forse migliore degli azzurri durante il Mondiale.

Purtroppo Baggio s'infortuna nel finale di partita.

Italia-Brasile:

Si gioca contro il Brasile allo stadio Rose Bowl di Pasadena, sobborgo di Los Angeles, sotto il solito torrido sole. Arrigo Sacchi decide per l'occasione di rischiare sia il capitano Franco Baresi (rientrante dopo l'operazione al menisco) sia il Codino (che non ha recuperato a pieno, dopo lo stiramento nella precedente partita).

Nonostante nel primo tempo esibisca una prestazione di alto livello, Roby paga l'infortunio a non riesce ad essere decisivo come nelle partite precedenti. Il match, difficile e teso, rimane bloccato sullo 0-0 sino alla fine dei tempi supplementari.

I rigori danno la vittoria ai sudamericani per 3-2, con l'ultimo rigore sbagliato proprio da Baggio, che tira altissimo sopra la traversa, dopo gli errori di Franco Baresi e Daniele Massaro.


Gli scudetti con Juventus e Milan e la stagione al Bologna
Dopo il mondiale, Baggio vince lo scudetto e la Coppa Italia con la Juventus e nell'estate del 1995 si trasferisce al Milan, guidato in quella stagione da Fabio Capello.

Qui vince lo scudetto (il secondo per lui) ma non riesce ad essere considerato insostituibile, e si alternerà tra campo e panchina con Dejan Savicevic, l'unico in carriera a "rubargli" il numero 10.

Non viene convocato per gli Europei del 1996, poi finiti in maniera infausta (eliminazione al primo turno) per la squadra italiana. L'arrivo al Milan di Arrigo Sacchi, nell'autunno 1996, non migliora la situazione. L'estate successiva Baggio si presenta al raduno milanista con l'intenzione di restare, ma il rientrante Fabio Capello non mostra alcuna fiducia in lui. La nuova gestione tecnica lo convince così ad abbandonare il Milan.

Baggio ha bisogno di giocare per guadagnarsi un posto fra i 22 che prenderanno parte ai Mondiali francesi, decide così con umiltà di ripartire da Bologna: sarà la stagione del record di marcature per lui, con ben 22 reti segnate in 30 partite, tanto da meritarsi la fiducia del ct della nazionale Cesare Maldini e la convocazione per il Mondiali del 1998.


Il mondiale francese
Il Mondiale di Francia '98 vivrà tutto sul "dualismo" fra Baggio e Del Piero. Cesare Maldini preferisce infatti puntare sul talento del più giovane.

Baggio, tuttavia, parte titolare contro il Cile nella prima partita, a causa dell'infortunio a Del Piero, e dimostra subito di essere uno dei giocatori più in forma tra gli Azzurri: inventa l'assist per il gol di Vieri, si procura e segna il rigore che ci riporta sul pari dopo la rimonta cilena. Memorabile è l'esultanza, quasi liberatoria, dopo il centro dal dischetto, quattro anni dopo quell'infausto rigore che aveva tolto all'Italia il titolo mondiale. Nonostante questo, il CT inspiegabilmente lo confina in panchina nelle partite successive, preferendogli un Del Piero chiaramente fuori forma. Baggio riesce in ogni modo a segnare un'altra rete, contro l'Austria, nella terza giornata del girone eliminatorio.

Grazie a queste due reti Baggio raggiunge Paolo Rossi a quota 9 gol nella classifica dei bomber italiani ai mondiali, e diventa l'unico giocatore italiano ad aver segnato in tre mondiali diversi.

L'eliminazione dell'Italia arriva ai quarti di finale, per mano della Francia (futura Campione del Mondo), ancora una volta ai calci di rigore. Baggio segnerà il primo di quell'infausta serie (il rigore decisivo è sbagliato da Luigi Di Biagio). Il rimpianto per l'eliminazione è accentuato dallo scampolo di partita concesso da Maldini al Codino: entrato nel secondo tempo Baggio inventa l'unica azione veramente pericolosa della partita calciando al volo a pochi centimetri dal palo destro di un Barthez ormai battuto.


Dall'Inter a fine carriera
Dopo i Mondiali, il richiamo dei grandi palcoscenici convince Baggio ad accettare l'offerta di un grande club. Così, in quella stessa estate, Baggio si trasferisce all'Inter, guidata all'inizio della stagione da Gigi Simoni.

È una delle annate più controverse della squadra (che alla fine del campionato si trova quasi a lottare per non retrocedere) con numerosi cambi d'allenatore (dopo Simoni, arrivano Lucescu, Hodgson e Castellini) che impediscono a Baggio di esprimersi al meglio. Unica vera soddisfazione: la doppietta realizzata in Champions League contro il Real Madrid campione in carica nei minuti finali della gara.

Nella seconda stagione arriva Marcello Lippi, che però utilizza Baggio col contagocce. Al termine dei due anni di contratto, Baggio si congeda dall'Inter con una storica doppietta nello spareggio contro il Parma che regala ai neroazzurri l'ammissione ai premilinari di Champions League.

Sfuggita la convocazione agli Europei del 2000, Baggio decide di ritornare in una squadra provinciale, trasferendosi al Brescia, sotto la guida di Carlo Mazzone. Baggio rifiuta le offerte di grosse squadre come Arsenal e Real Madrid, ma l'intenzione di restare in Italia ha una motivazione ben specifica: partecipare ai Mondiali del 2002. Obiettivo purtroppo mancato a causa della rottura dei legamenti del ginocchio sinistro a tre mesi dalla fine del campionato, infortunio che dissuade il commissario tecnico della Nazionale Italiana Giovanni Trapattoni dal convocarlo, nonostante gli sforzi di Baggio per ritrovare la piena forma e gli undici gol segnati in sole dodici partite. Baggio, rientrato in soli 77 giorni (un record per il tipo d'infortunio subito, non solo per il calcio, ma per tutti gli sport), segna ben tre gol nelle ultime tre partite di campionato. Nella partita del rientro, in casa della Fiorentina, segna un gol dopo appena due minuti dal suo ingresso in campo e raddoppia poco dopo; le reti vengono accolte da calorosi applausi anche da parte della tifoseria Viola. Nell'ultima di campionato Baggio riesce a salvare il Brescia dalla retrocessione con un gol decisivo.

Nelle stagioni successive Baggio continua a giocare nel Brescia, e il 14 marzo 2004, durante il match contro il Parma, mette a segno il suo duecentesimo goal in serie A (a fine stagione saranno 205), soglia raggiunta solo da quattro altri "mostri sacri" del campionato italiano: Silvio Piola, Gunnar Nordahl, Giuseppe Meazza e José Altafini.

Il 28 aprile 2004, a Genova, è convocato per un'ultima volta in Nazionale, in occasione di una partita amichevole contro la Spagna (fino a quel momento soltanto Silvio Piola era stato celebrato in questo modo). La partita è ricca di numeri da parte di Roberto; l'affetto degli sportivi italiani è espresso da ovazioni continue ogni qualvolta tocca palla, e da una standing ovation quando viene sostituito negli ultimi minuti.

Roberto Baggio disputa l'ultima partita della sua lunga carriera a S.Siro, il 16 maggio 2004 (Milan-Brescia 4-2, ultima giornata della stagione 2003-2004), (alla sua uscita, 5 minuti prima dalla fine dell'incontro, tutto lo stadio si alza in piedi per tributargli un lungo applauso).

Al termine della stagione, il Brescia in suo onore ritira la maglia numero 10, da lui indossata per quattro stagioni.


Il futuro
Dopo essersi ritirato dall'attività agonistica, Baggio si è preso un lungo periodo di riposo e riflessione. È proprietario di una azienda agricola in Argentina nella quale si reca spesso per trascorrere dei periodi di relax e per praticare la caccia, uno dei suoi hobby preferiti. Tuttavia, nel corso del 2005 ha dichiarato di voler rientrare nel mondo del calcio in un prossimo futuro, non come allenatore di club ma come dirigente in qualche società.

Recentemente, il nome di Baggio è stato da più parti accostato a un possibile ruolo dirigenziale all'interno della Juventus, in particolare per quanto riguarda la carica di vice-presidente, successivamente allo scandalo esploso nelle fasi finali del campionato 2005/2006. Il presidente dell'Inter Massimo Moratti ha inoltre dichiarato che affiderebbe volentieri a Roberto il ruolo di allenatore delle giovanili nerazzurre.

Molti sperano che il suo futuro sia quello di selezionatore o preparatore tecnico. Molti lo vedrebbero bene come osservatore giovanile del Napoli (l'unica squadra che lo ha tanto corteggiato ma che non è mai riuscita ad averlo come suo calciatore).


Il blog
In occasione dei suoi quaranta anni, Baggio ha dato vita al suo blog, con la finalità di mettere in comunicazione i suoi ammiratori e tutti gli appassionati al gioco del calcio. Il blog di Baggio si presenta in una veste grafica rinnovata, semplice, per potere dischiudere agli utenti spazi di partecipazione diretta e propositiva.


Varie
Roberto Baggio, sesto di otto figli (nell'ordine: Gianna, Walter, Carla, Giorgio, Anna Maria, Roberto, Nadia ed Eddy) e figlio di Fiorindo e Matilde, si sposa giovanissimo con la compagna di sempre, Andreina, da cui ha tre figli: Valentina, nata nel 1990, Mattia, nato nel 1994, e l'ultimo arrivato, Leonardo, nato nel 2005. Uno dei fratelli di Roberto, Eddy, è anch'egli giocatore di calcio.

Roberto Baggio è un devoto buddhista: diventò praticante durante i suoi anni a Firenze grazie a un amico. Anche per questo motivo Baggio è particolarmente amato in Estremo Oriente, specialmente in Giappone. Dopo aver lasciato l'Inter, nell'estate del 2000 Baggio ammise che un'esperienza nel calcio giapponese gli sarebbe piaciuta, desiderio che non si è però concretizzato, nonostante alcune squadre giapponesi abbiano tentato d'ingaggiarlo.

Baggio ha scritto un'autobiografia, pubblicata nel 2001 col titolo Una porta nel cielo (Limina Edizioni, ISBN 88-88551-92-1), nella quale - oltre a raccontare i periodi difficili dopo i gravi infortuni - descrive e approfondisce i suoi complicati rapporti con alcuni allenatori (in particolare con Marcello Lippi, da lui conosciuto prima nel suo ultimo anno alla Juventus e poi nel periodo interista) spendendo parole di elogio per molti altri (Giovanni Trapattoni, Carlo Mazzone e Gigi Simoni).

Il 16 ottobre 2002 è stato proclamato ambasciatore della FAO.

Nel corso del 2006, sebbene lontano dall'attivita agonistica da oltre due anni, ha ricevuto un'offerta per tornare in campo con la squadra australiana del Sydney FC e dal neo allenatore del Livorno Carlo Mazzone. Precedentemente si era parlato di un interessamento del Boca Juniors, che voleva ingaggiare un numero 10 di fama mondiale nell'anno del suo centenario.

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