“Non è possibile,...questo è…impossibile…” balbettò. Marta si irrigidì e guadò fissa sul corpo di sua nonna. Nessun abbassare e alzare del torace. Nessun guizzare delle palpebre (zuckende Augenlider) come se si sogna. Niente. Pian piano le lacrime si avviarono dagli occhi blu di Marta sulla sua guancia finché al mento e gocciarono sul lenzuolo. Clandestinamente (Still und leise) le sbrigliarono (ihnen freien Lauf lassen). Un’ora, due ore…
Si sedé sulla sponda e guardò solamente al viso della nonna. Forse sperando che mostri pure un segno di vita. Dopo un tempo Buck arrivò scodinzolando con un fagotto di fogli nel muso. Venne verso Marta, la spinse e mise i fogli ai suoi piedi.
Disorientata raccolse il primo foglio bianco, lo spiegò (auseinander falten) e cominciò a leggere: “Opicina, il 16 novembre 1992…”
