Italienische Grammatik

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mi preoccupo per/di ...
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(at) Margitta e James,

mi dispiace, non sono ancora convinto:

Lo Zingarelli 2006 p.e. dice:
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B preoccuparsi v. intr. pron.
1 (assol.; + per; + di; + che) Stare in pensiero, in ansia: preoccuparsi per la salute di qlcu., per un figlio; preoccuparsi delle conseguenze; non c'è di che preoccuparsi; si preoccupava che non avesse ancora telefonato.
2 (+ di, spec. seguito da inf.; + che seguito da congv.) (con valore attenuativo) Adoperarsi, interessarsi, darsi da fare: mi preoccupo io di avvertirli; il magistrato si preoccupa di non far trapelare nulla; il comitato si preoccupa che il verde pubblico venga protetto.
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Forse Margitta direbbe ora ...
Langenscheidt, mio eroe!
Solo il tipo del sostantivo sceglie la preposizione usata.


Dall'altro canto non trovo una limitazione nel
1 (assol.; + per; + di; + che)

e poi ci sono alcuni esempi che usano "di":

Ma quello gli disse: «Hai forse dimenticato i moniti di tuo padre, che ti ha raccomandato di prendere in moglie una donna del tuo casato? Ascoltami, dunque, o fratello: non preoccuparti di questo demonio e sposala. Sono certo che questa sera ti verrà data in moglie.
(La Sacra Bibbia, Tobia 6,16)


--- Va bene ... il pross. esempio non è riflessivo, ma va la ...
Quando arrivarono nel paese di Zuf, Saul disse al compagno che era con lui: «Su, torniamo indietro, perché non vorrei che mio padre avesse smesso di pensare alle asine e ora fosse preoccupato di noi».
(La Sacra Bibbia, Samuele 1,9,5)


--- Certo la preposizione "per" trovi più spesso, sono d'accordo:

Chi si preoccupa del giorno, se ne preoccupa per il Signore; chi mangia, mangia per il Signore, dal momento che rende grazie a Dio; anche chi non mangia, se ne astiene per il Signore e rende grazie a Dio.
(La Sacra Bibbia, Romani 14,6)


E la regola di "Langenscheidt" mi piace; è bello aver le regole strette sull'argomento "che preposizione segue?".
Ma mi ripeto:
A dire la verità ... ehm ... per dire la verità .... ehm a dire la verità, talvolta non c'è una soluzione sola e assoluta. ;-)

Desideri anche letteratura un po' più "folcloristica"?
Eccola:
http://www.libriitaliani.org/6C666F6F743130/ch41.html

Sì, è una traduzione, però non direi che fosse sbagliata.

Domande, suggerimenti, correzioni?

Ciao
Zuc

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Re: mi preoccupo un po' ...
Ciao Zuc!
Io direi che la traduzione del link, nel complesso, è alquanto folcloristica, ma questo non è il tema!
La "regola" del Langescheidt non mi era nota e, viste alcune esperienze in passato, a volte da prendere con le pinzette.
Personalmente intendevo dire che, in relazione al caso a noi noto, il verbo "preoccuparsi con la semantica "stare in pensiero", "stare in ansia" etc. va molto meglio (almeno nei casi in cui ci si riferisce a persone!) con la preposizione "per" (causale?), molto meno con la preposizione "di".
Nel caso biblico (non preoccuparti di questo demonio), per esempio, il verbo ha una semantica completamente diversa: non significa "stare in ansia o apprensione" per il suddetto demonio bensì di "non prenderlo in considerazione,non temerlo, non pensarci"
Sarebbe inoltre interessante sapere quali differenze semantiche esistono nell'usare "per" o "di" seguiti da pronomi personali (preoccuparsi di/per noi).
Ciao

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Re: mi preoccupo un po' ...
Risultato del sondaggio in Italia

Spontaneamente tutti dicono "per" come preposizione. Conoscono anche "di" che segue, però usano sempre "per" (con persone).

Ma non vedono neanche un cambiamento di significato come in tedesco nel senso "sich kümmern um" (occuparsi di).

Solo un cugino mio mi ha dato un'altra differenza semantica:
"si preoccupa di me che non faccio dei casini"

quindi la colpa è mia,
ho creato io il motivo di preoccuparsi.

Che ne dici James?

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Re: mi preoccupo un po' ...
"si preoccupa di me che non faccio dei casini" è abbastanza "contorta"!
Di regola la frase viene espressa più economicamente con un " si preoccupa che (io) non faccia dei casini".
È certamente una finale, una causale potrebbe esprimersi forse in questo modo: "si preoccupa perché non faccio dei casini".
In entrambi i casi ritengo superflui "di/per me".
L'espressione di cui sopra la sento molto colloquiale e non proponibile in un contesto formale.Non pensi?
Caro saluto,
James

PS: Una pagina molto interessante riguardante la nostra antica duiscussione "finché, fino a che":
http://books.google.de/books?id=SoEducPQZJoC&pg=PA126&lpg=PA126&dq=lepschy+finch%C3%A9+fino+a+che&source=web&ots=m4v2DuP-Km&sig=mI1DWFMNJjXOrDpXAxEE3QkoMeU&hl=de

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