Italienisch

Noch mal ich :) *wink*,

ich hab mir gedacht ich stell einfach das restliche auch gleich ins forum und vielleicht findet sich ja noch jemand der mir noch ein bisserl weiter hilft :)

freu mich über jede zeile ;)

Senza dubbio la campagna di re Giovanni riguardò anche i mosaici della navata
centrale: lo stemma aragonese fu aggiunto al grande riquardo sulla parete occidentale, enfaticamente ripetuto tre volte, con la coppia di aquile omessa in un solo caso (figg. 144, 149). La data 1478, che appare netta cornice superiore del riquadro in una iscrizione dipinta (fig. C) 22),chiaramente si riferisce al restaurato dei dipinti del soffitto ligneo ma può essere presa come indicazione che i lavori su questi dipinti seguirono immediatamente il restauro dei mosaici e che entrambi gli interventi erano parte di un'unica impresa volta a ridare lustro alla Cappella. La campagna ha lasciato il suo segno anche nelle scene dell'Antico Testamento sulle pareti detta navata centrale. Deve essere stato durante questo intervento che molte scene del primo registro, in alto, persero i loro bordi superiori e che alcune iscrizioni adiacenti a questi bordi furono in parte rifatte. Fu intrapreso anche un importante restauro su una delle scene del registro inferiore (figg. 74, 76). Drastici furono i metodi usati dai restauratori di re Giovanni: la tradizione medievale della tecnica musiva era andata perduta e i restauratori, considerando ovviamente l´arte del proprio tempo superiore, non si curarono di conformarsi allo stile e alla tecnica dell'opera del XII secolo e, con uno spirito di aggressivo "modernismo", introdussero motivi patentemente anacronistici (v. figg. 133, 134).
Abbiamo un documento che si riferisce a questi lavori: il 24 gennaio 1472 fu fatto un pagamento al Maestro Domenico Cangemi, marmorarius, per opere di restauro sui mosaici della Cappella Palatina 23). Il maestro in questione fu identificato da Giacchio di Marzo con Domenico Gagini24), identificazione che è stata generalmente accettata. Non vi è certezza se egli sia stato associato all'intervento di re Giovanni fin dall'inizio. Come prova del suo coinvolgimento nei restauri dei mosaici della navata laterale nord, eseguiti sin dal 1460, è stato portato un particolare nella scena di Pietro che resuscita Tabita: un edificio a cupola, chiaramente aggiunto sullo sfondo della scena in quel periodo; si è pensato rappresentasse la cattedrale di Firenze (fig. 155; e che fosse stato introdotto come omaggio al Brunelleschi, del quale il Gagini, come si può desumere per altre ragioni, era allievo2^. Per i restauri effettuati sui mosaici detta Cappella fra la fine del XV secolo e l'inizio del x vili non abbiamo documenti scritti. L'unico lavoro musivo che si sa esser stato con certezza eseguito in questo periodo, ebbe luogo nel portico che fiancheggia il lato sud della Cappella: qui nel 1506 una decorazione, comprendente santi ("Divi Novi Testamenti") come pure animali, fu commissionata, per gli spazi della parete lasciati privi di ornamenti nel XII secolo, da Ioannes Sanchez, cantore della Cappella 26). Restauri di minore entità, senza dubbio, furono eseguiti nell'interno dell'edificio durante i secoli XVI e XVII.

lg, nemi

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riguardo il maestro marmorarius Domenico Cangemi (mio omonimo se non fosse per una c al posto della g) non comprendo perché debba intendersi un errore di trascrizione del nome (che corrisponderebbe a domenico gagini). Il Gagini e i Cangemi (o Gangemi) vissero e operarono nella stessa area. Del Gagini esistono molte opere nella Piana di Gioia Tauro. E sarebbe normale che un Cangemi (o Gangemi) - di cui vi è traccia documentale nella stessa Piana di Gioia Tauro fin dal 1100 - abbia collaborato in qualità di marmorarius con un artista che operava nella stessa zona. Gagini e cangemi non hanno uguale derivazione linguistica.

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